mercoledì 3 agosto 2016

Intervista a Simone Sarasso, ancora "Invictus"

Un amico, prima che un autore bravo, appassionante, coinvolgente.
Simone Sarasso, filosofo dedito alla narrativa, è il creatore di Aeneas e Invictus, oltre ad altre storie legate alla società degli anni ’70 (“Settanta” è il noir che va dal dopoguerra a tangentopoli…).
Con amicizia e gentilezza, Simone si è raccontato un po’ con la redazione di Phaneron:

- Com'è iniziata la carriera di scrittore?
Nel 2003 mi laureai in filosofia e puoi immaginare la quantità di lavori che mi fu offerta dal giorno successivo alla laurea. Spedii il mio curriculum a moltissime case editrici, ma non ricevetti risposta. Così ricontattai le medesime, scrivendo una lettera che diceva, su per giù: «Signori, voi fate i libri, a me piace leggerli. Non avete bisogno di un lettore? O di un temperamatite, di qualcuno che spazzi i pavimenti, che so io? Io sono disponibile! Il curriculum non ve lo allego perché, dopo essere stato cestinato qualche centinaio di volte, teme di essere incorporato alla mail». E, finalmente, qualcuno mi rispose. Tra coloro che mi scrissero c'era anche Fernando Quatraro, il patron della Effequ, il mio primo editore. Che mi disse: «Perchè non scrive un racconto? ». Cominciò così.

- Perchè hai voluto "fare lo scrittore"?
E' capitato. Ci ho messo molto a capire che quello che voglio fare nella vita è raccontare  storie. Ho avuto la fortuna di incontrare buoni maestri che mi hanno saputo spronare a scrivere ogni giorno. Il già citato Quatraro, e poi Jacopo De Michelis, il mio editor in Marsilio…

- Che rapporto hai con la scrittura?
Non posso farne a meno. Scrivo quasi ogni giorno, per diverse ore al giorno. Solo il sabato e la domenica lascio in pace la tastiera. Ho imparato a farlo, un tempo scrivevo anche nel week-end. Ma non bisogna abusare delle proprie passioni.

- Cosa rappresenta per te?
E' l'opportunità di raccontare storie, il volto della scrittura che preferisco. Le parole giungono da un altrove sconosciuto e si mettono in fila. Dopo qualche ora sui tasti, c'è una storia che prima non esisteva. E' magia!

- I tuoi libri sono un successo: il genere è mutato dal primo all'ultimo. Sperimenti o per gli scrittori c'è sempre da rispettare la volontà dell'editore?
Non credo di averla mai rispettata la volontà dell'editore. Né contraddetta. Autore ed editore suonano all'unisono, se no non funziona. Non sempre l'editore è giusto per il tipo di storia che hai in mente, però, e allora possono nascere collaborazioni con case editrici diverse. Io ho sempre scritto noir (e ancora lo scriverò per tanti anni. E' la mia passione) e pubblicato con Marsilio. A un certo punto, però, mi sono innamorato dell'antichità, ma Marsilio non era l'editore giusto per dei romanzi storici di ambientazione classica. In Rizzoli ho trovato una nuova sistemazione per le mie idee "classiche".

Simone Sarasso

- Cosa preferisci dei tuoi lavori?

La fase che preferisco, durante la composizione di un romanzo, è sicuramente la scrittura. prima viene lo studio, e dopo la limatura, e sono tutte fasi necessarie. Ma, se mi chiedi cos'è che mi piace del mio mestiere, la risposta senza dubbio è "scrivere".
Se invece mi domandi quale, tra i miei lavori, preferisca, be'... anche qui la risposta è ovvia: il prossimo romanzo. Quello che deve ancora uscire. Ogni libro, una volta finito, smette di appartenermi. E' libero di andarsene per il mondo, diventa dei lettori.

- Cosa vorresti scrivere o per cosa?

Mi piacerebbe molto scrivere una biografia sportiva. Sono un appassionato di motori, vorrei raccontare un pilota, l'uomo sotto il casco. Allo stesso modo, se mi contattasse Top Gear, la mia rivista motoristica prediletta per scrivere qualche articolo, non ci penserei due volte! Sentito, Top Gear?

- Si guadagna, oggi, a fare lo scrittore?
Non mi lamento. Davvero non mi lamento.

- Un desiderio da avverare...
Stringere la mano a Stephen King e a George R.R. Martin. Tutti gli altri miei scrittori "culto" li ho conosciuti. Stephen e George mi mancano. Ma... chi lo sa? Magari un giorno li conoscerò!

- Qualcosa che vorresti cambiare...
Vorrei essere ancora più fluido nell'uso del dialogo. Ma c'è tempo per imparare.

- Passioni ed interessi?

Mia moglie, mio figlio, le automobili, i libri, il vino, il cibo. E le serie TV.

Grazie Simo, sei sempre stato un amico e quando sarai famoso, più famoso ancora, sappiamo che rimarrai sempre così, un amico puro e semplice.

Intervista realizzata da Paolo Pulcina

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